Aneurisma aortico: spesso i sintomi si confondono con quelli della polmonite. E’ accaduto a Camilla, salvata ad Anthea Hospital
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Aneurisma aortico: spesso i sintomi si confondono con quelli della polmonite. E’ accaduto a Camilla, salvata ad Anthea Hospital

Camilla Aresta, 33 anni,  è una giovane mamma barese operata in urgenza  dall’equipe di cardiochirurgia di Anthea Hospital di Bari, guidata dal Dott. Giuseppe Speziale e dal corresponsabile,  il Dott. Giuseppe Nasso. 

A distanza di un mese dal parto, Camilla è arrivata in ospedale in condizioni molto gravi, tossiva sangue e respirava a malapena. Aveva la aorta che sanguinava e non lo sapeva. Le era stata anzi diagnosticata e curata una polmonite.  Il cardiochirurgo Nasso ha disposto per l’intervento immediato che in questo caso è stato decisivo: più tempo passava e più aumentava il rischio che l’aorta si danneggiasse in maniera irreparabile. E’ stata eseguita una sostituzione valvolare aortica  e dell’aorta ascendente con l’utilizzo di protesi meccanica.

Camilla, ci racconti cosa è accaduto, sintomi e disturbi prima dell’intervento.

Al sesto mese di gravidanza ho cominciato ad avvertire affanno e pesantezza sul petto. Non avevo mai avuto problemi cardiaci in passato, solo a volte pressione bassa. All’ottavo mese, per un distaccamento della placenta, ho subito un parto cesareo, senza però complicazioni. Tornata a casa con il mio piccolino, ho cominciato a stare di nuovo male, la pressione saliva a 170 e tossivo addirittura sangue. Sono tornata in ospedale e mi hanno curato una sospetta broncopolmonite. Dopo una settimana, i disturbi sono ricomparsi e quindi ho fatto un ecocardiogramma, esame dal quale sono emerse anomalie, di cui nessuno mi ha spiegato la natura.
 

Il giorno dell’intervento lei ha provato a contattare una serie di strutture che hanno rifiutato il ricovero. Ha temuto il peggio.

Dopo aver eseguito l’ecocardiogramma, dalla struttura in cui mi trovavo è partita una ricerca di ospedali dove poter approfondire il mio quadro clinico, ma niente, fino a quando, per mia immensa fortuna, sono stata accolta e portata in ambulanza d’ urgenza all’Anthea Hospital.  Arrivata qui, ho fatto una angio tac che ha fornito una diagnosi chiara: aneurisma dissecante dell’aorta ascendente con insufficienza aortica severa. In sostanza i medici mi hanno detto dopo che la mia aorta si era talmente assottigliata da essere quasi trasparente come carta velina, bastava pochissimo per farla rompere.  Anche un minuto in più poteva essere fatale.  E’ possibile che l’anuerisma sia ricollegabile alla sindrome di Marfan, di cui soffro (patologia degenerativa che indebolisce ossa, tessuti e vene), ma  al momento è solo un’ipotesi.

Come è andata dopo l’intervento?

Ho capito che l’intervento non è stato semplice, ma per fortuna sono finita nelle mani giuste del dottor Nasso, un medico con la missione nel cuore, il mio punto di riferimento, ancora oggi. Quando mi sono svegliata dopo l’anestesia, non vedevo l’ora di tornare dal mio bambino, aveva appena un mese, aveva bisogno  di me. Ma non potevo né vederlo né sentirlo.  Dopo due settimane, sono stata dimessa e ho seguito un lungo percorso di riabilitazione cardiologica con persone straordinarie, che non dimenticherò mai.
 

Come è cambiata la sua vita?

Non ci credo ancora a quello che mi è successo,. Mi rileggo la cartella clinica. Mi sento rinata. Ho una forza maggiore rispetto a prima. Sono caratterialmente un vulcano, questo intervento però mi ha insegnato a pensare un po’ di più a me stessa e a vivere con maggiore serenità. Grazie all’esperienza positiva vissuta in Anthea Hospital, potrò raccontare a mio figlio quanto è accaduto, nei suoi primissimi giorni di vita. Il distacco è stato terribile per entrambi: oggi invece lui apre gli occhi e ha la certezza che la sua mamma è lì.
 

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